Gli africani salveranno Rosarno. E, probabilmente, anche l'Italia
a cura di Antonello Mangano (Terrelibere,2009)
Non c'è un posto in Italia come Rosarno, che come Rosarno riassuma i drammi e le contraddizioni della nostra epoca. Dall'economia globale a quella criminale, dalla mafia alle migrazioni. Il libro analizza l'aspetto socio-economico (lavoratori marginali inseriti in un contesto mafioso moderno ed arcaico), quello giuridico (come le leggi razziste producono marginalità fino al lavoro servile), storico (dall'occupazione delle terre all'omicidio Valarioti fino alle lotte di massa contro la mafia), geopolitico (le grandi migrazioni dall'Africa all'Europa). In seguito al ferimento di due lavoratori della Costa d'Avorio, gli africani di Rosarno si ribellano. E' il 12 dicembre 2008. Il loro gesto segna il confine tra la rassegnazione e la protesta, tra il consueto e l'inaccettabile. Non sono i cittadini italiani a trovare il coraggio della rivolta civile, ma "clandestini" senza diritti e documenti. Rosarno è uno dei tanti paesi agricoli del Meridione dove gli immigrati sono sfruttati, sottopagati, umiliati. Ma è anche l'unico dove, fin dal 1992, sono vittime di sconcertanti episodi di violenza, comprese estorsioni e rapine, in un contesto dove la popolazione è oppressa da un sistema mafioso fatto di narcotraffico intercontinentale ed arcaismo brutale, boss rapinatori e violenze quotidiane. La storia della Piana è però molto contraddittoria, ed ha vissuto momenti eroici, anche recenti, di lotta al latifondo ed alla mafia.