Verso il Centro Antiviolenza delle donne di Trama di Terre

Imola, settembre 2012 – La situazione in Italia, per le donne, è sempre più allarmante. Solo a giugno 2012 erano 73 quelle uccise in Italia prevalentemente da padri, mariti, fidanzati, ex, ma il numero continua a crescere. Molte di loro si erano già rivolte a servizi sociali, sanitari e forze dell'ordine per chiedere un aiuto che però non è arrivato in tempo. Rashida Manjoo, Relatrice Speciale Onu, ospite del centro Interculturale delle donne nel gennaio scorso, ha definito nel suo rapporto l'Italia "in ritardo" rispetto alle politiche di prevenzione e contrasto alla violenza. Nonostante questo, il numero dei Centri Antiviolenza in questo paese, invece che aumentare, diminuisce.

A Imola, fino al dicembre 2011, esisteva un Centro Antiviolenza e due case d'accoglienza, gestite dall'associazione "La Cicoria", che si è sciolta all'inizio di quest'anno. Da allora in città si è aperto un grande vuoto. Ci chiediamo: dove vanno le donne maltrattate? A chi possono chiedere aiuto? Chi le accoglie e le accompagna nel difficile percorso di uscita dalla violenza? Trama di Terre in vari luoghi istituzionali ha sollevato queste questioni ma non ha mai ottenuto risposte. Eppure, sparito il Centro, non è sparita la violenza. Le associazioni hanno il diritto di sciogliersi, i centri antiviolenza hanno il dovere di continuare ad esistere. Nel frattempo – unica associazione competente rimasta sul territorio – ci siamo trovate, come in un automatismo, ad accogliere un numero sempre maggiore di donne vittime di violenza.

Abbiamo continuato a fare il lavoro di sempre ad accogliere, sensibilizzare, costruire percorsi di autodeterminazione con le donne, italiane e migranti della città. Assumendoci di fatto, anche se in via non ufficiale, la presa in carico di casi di violenza che prima erano accolti dall'associazione Cicoria.

Chiediamo che il dibattito su questo tema – che come donne ci riguarda direttamente – non venga più trattato come un problema a cui dare risposte puramente tecniche, fatte di protocolli sociosanitari che escludono le donne dalla possibilità di essere parte attiva nella presa delle decisioni che riguardano i loro corpi, i loro diritti e di essere riconosciute a pieno titolo nel tavolo istituzionale di contrasto alla violenza.

Vogliamo che il nuovo Centro Antiviolenza sia costruito dal basso con la partecipazione delle donne che vivono la città. Trama di Terre, associazione riconosciuta a livello europeo e internazionale come una delle più attive in Italia su temi come il contrasto alla violenza in ottica interculturale, è disposta a mettere in gioco il proprio bagaglio di esperienze e di competenze.

Vuole però che questo lavoro sia riconosciuto ufficialmente e che le istituzioni di questa città si assumano la responsabilità politica di mettere tra le proprie priorità la questione della violenza di genere, scegliendo, come interlocutrici le donne ed in particolare quelle che vivono ogni giorno al fianco delle altre donne percorsi di accoglienza e tutela.

Le donne di Trama di Terre