Comunicato di Trama di Terre al termine del convegno "Per forza, non per amore"
Imola, maggio 2011 – Contro la pratica dei matrimoni forzati occorrono un tavolo regionale e la realizzazione di un Piano per la prevenzione e il contrasto. Sono queste le due richiesta avanzate alla Regione Emilia-Romagna dalla presidentessa dell’associazione Trama di Terre, Tiziana Dal Pra, a conclusione del convegno internazionale “Per forza, non per amore” svoltosi ieri e oggi a Imola.
La pratica dei matrimoni forzati, legata a tradizioni patriarcali che sono sopravvissute a lungo anche in Italia, è infatti ancora diffusa in alcune aree del continente asiatico (Pakistan, India, Bangladesh) nel Maghreb e nell’Africa subsahariana. Le vittime del matrimonio imposto - menzionato nei documenti Onu tra le violenze contro i diritti fondamentali di donne e bambine - sono le “spose”: giovani donne e adolescenti che, complici i flussi migratori, oggi vivono anche nella nostra regione. La costrizione al matrimonio ha sempre conseguenze drammatiche sulla vita di queste giovani donne: violenze fisiche e psicologiche, segregazione, stupri, scompensi psichici e della salute, sequestri e rimpatrio forzato nei Paesi di origine, a volte la morte. Proprio per questo, l’associazione imolese propone un’azione concreta da parte delle istituzioni locali, che non possono più fingere che il problema non le riguardi.
Il tavolo regionale contro la pratica dei matrimoni forzati, che sarebbe ilprimo del genere in Italia, costituirebbe anzi una buona pratica per l'attuazione da parte delle istituzioni locali delle misure di sensibilizzazione, prevenzione e protezione che gli organismi comunitari hanno chiesto anche al nostro Paese di realizzare: “un tavolo inter-istituzionale per la creazione di un piano regionale di prevenzione e contrasto sui matrimoni forzati– ha spiegato dal convegno Barbara Spinelli, avvocata e autrice di *Femminicidio* – potrebbe essere il luogo ideale nell'ambito del quale associazioni e istituzioni sarebbero chiamate, a partire dalle esperienze concrete, a elaborare campagne formative e di sensibilibizzazione, linee guida per gli operatori, in attuazione di tre risoluzioni del Parlamento europeo, “per garantire il diritto delle donne a scegliere se contrarre matrimonio e con chi sposarsi, garantito dagli articoli 15 CEDAW (la Convenzione delle Nazioni Unite per l'eliniazione delle discriminazioni contro le donne), dall'articolo 16 della Dichiarazione universale sui diritti umani e dall'articolo 12 CEDU (la Convenzione europea dei diritti dell'uomo e della donna), e proteggerle dalle violenze connesse all'imposizione del matrimonio, occorre attuare una strategia di prevenzione chiaramente indicata nelle risoluzioni del Consiglio d'europa 1723/2005 e nelle risoluzioni del Parlamento europeo 1468 del 2005, 2006/2010 e 1662 del 2009. Anche la Convenzione europea contro la violenza domestica dell’11 maggio del 2011 prevede azioni di prevenzione e contrasto specifiche per il contrasto dei matrimoni forzati, tuttavia non è ancora stata ratificata dall’Italia”.
Il tavolo regionale contro i matrimoni forzati potrebbe essere, inoltre, un primo passo – ha auspicato Spinelli – verso l’estensione dell’articolo 18 del Testo Unico a tutela delle vittime di tratta anche per le donne costrette a matrimoni forzati. Nel frattempo si auspica che alle donne che chiedono protezione e sono sprovviste di permesso di soggiorno autonomo venga rilasciato un permesso di soggiorno per motivi umanitari, ai sensi degli articoli 5 comma 6 e 19 comma 1 del testo unico sull’immigrazione (decreto legislativo 286/98)”.
“La grande partecipazione di oggi ci conferma che non siamo sole e che si possono costruire politiche e azioni contro i matrimoni forzati” ha concluso Tiziana Dal Pra rivolgendosi a una platea in cui era presente anche Andrea Facchini, responsabile del Servizio politiche accoglienza e integrazione sociale della Regione Emilia Romagna: “la Regione ha tutti gli strumenti per fare la propria parte. È una urgenza, oltre che un dovere verso le nuove generazioni. E noi, come associazione Trama di Terre, continueremo a fare pressioni e a tenere alta l’attenzione”.