Ex Gasometro: In risposta all'Assessore Merola - A tutto G.A.S. verso la partecipazione
Una lettera aperta alla città e all'Assessore Merola firmata da Associazione 'Mercato Diverso', Associazione 'Orlando' e 'Un Gasometro di idee' sul futuro dell'area Ex Seabo (Gasometro).
19 gennaio 2007
L’apertura dell’assessore Merola ad un distretto dell’economia solidale nell’area dell’ex gasometro su Repubblica del 4/1/07, e la presentazione pubblica di ieri del Piano Strutturale Comunale (PSC), sono utili spunti per discutere in città di almeno due questioni. La prima riguarda l’ex Gasometro e le modalità di scelta della sua destinazione d’uso. Come ha ricordato l’articolo, per quell’area esisteva un progetto di Cervellati fin dal 2003. Quello che non è stato aggiunto, però, è che anche la società civile aveva avanzato le sue proposte. Nel 2004 un gruppo di singole persone, associazioni, comitati, collettivi del quartiere dietro la sigla “Un gasometro di idee” aveva chiesto che fosse aperto un processo partecipato. Ci fu un’occupazione simbolica, la popolazione del quartiere fu coinvolta in una passeggiata con esperti, vennero fatte delle foto che furono oggetto di una mostra in vicolo Bolognetti e ci fu anche una conferenza stampa per ribadire la proposta. In quella occasione l’assessore Merola, a sorpresa, propose l’Associazione Orlando e il gruppo “Carovana” per attuare questo percorso partecipato. Fu presentata anche una bozza di delibera in quartiere ma poi il progetto, ci dissero, fu accantonato a causa della contaminazione del suolo dell’area e della mancanza di fondi per risolvere il problema dovuti ai tagli in finanziaria del precedente governo. Nel 2006 il tema tornò all’indomani della manifestazione del 25 Novembre contro la violenza sulle donne quando l’assessore ribadì la volontà di affidare a gruppi di donne dei laboratori di partecipazione. Purtroppo anche questi non furono mai attuati.
Oggi, alla luce di questi fatti e di un PSC che da indicazioni del tutto generiche, ci sembra giusto porre alla cittadinanza e alle amministrazioni i nostri dubbi e le nostre legittime perplessità rispetto al futuro dell’Ex Gasometro. Crediamo, infatti, che anche le migliori intenzioni sulla destinazione d’uso rischino di rimanere una scelta marginale in mancanza di un concreto investimento su percorsi partecipati che sappiano individuare i bisogni dei territori e coinvolgere la cittadinanza nelle scelte e nelle soluzioni dei problemi. Percorsi che hanno bisogno di tempo da dedicare a istruttorie pubbliche e assemblee con la cittadinanza, risorse per la raccolta di idee ed il coinvolgimento di tutti gli attori interessati (società civile, amministrazioni locali, categorie, università, ecc.), la formazione e la mediazione nelle discussioni, una comunicazione pubblica che sappia illustrare i progetti evidenziando costi e benefici, ed un infine un data di chiusura entro la quale decidere ed apprezzare il livello di partecipazione suscitato. Analoghe esperienze sono state fatte in altre città, ad esempio l’ultima in ordine di tempo a Modena con le Ex Fonderie, mettendo a disposizione già un utile set di strumenti tanto alle amministrazioni quanto alla società civile.
Ma c’è un altro motivo per il quale ci piacerebbe veder nascere un percorso di questo tipo per l’ex Gasometro. Perché ci sembra un requisito essenziale per poter discutere, in tempi di crisi del modello Bologna, di ricette altre rispetto a l’unica idea di sviluppo fino ad ora prospettata. Un’idea fatta di cubature e asfalto, che rischiano di portare a nuovi congestionamenti, costi aggiuntivi sulla salute, l’ambiente e peggioramenti della qualità della vita urbana. Invece proprio dall’ex Gasometro, simbolo di un modello produttivo novecentesco ormai superabile, potrebbe partire una nuova idea di città che valorizzi quell’economia altra fatta di scelte etiche, consumo critico, attenzione ai problemi sociali che sono già oggi al centro di importanti esperienze locali. Una idea già praticabile come hanno dimostrato le presenze a MercatoDiverso, in due edizioni di fiere sull’economia solidale, dove alcuni seminari pubblici sono stati dedicati al tema dei Distretti dell’Economia Solidale (DES) analizzando altre esperienze e coinvolgendo un vasto arcipelago di realtà locali (associazioni, gruppi di acquisto solidali, produttori biologici, cooperative, imprese sostenibili, ecc.). Le stesse che ogni giorno incontrano i bisogni della città attraverso la messa in discussione degli stili di vita, la tutela dei beni comuni (acqua, aria, suolo, ecc.) e la costruzione di nuove forme di cittadinanza e legami sul territorio dove sviluppare socialità, integrazione e senso di sicurezza. Noi vorremmo partire da qui, a tutto G.A.S verso la partecipazione.
Associazione ‘Mercato Diverso’
Associazione 'Orlando'
'Un Gasometro di idee’