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Appello "Il 9 giugno a Roma: No Bush No War Day"

Contro la guerra globale permanente di Bush. Contro l'interventismo militare del governo Prodi. Costruiamo insieme la più grande mobilitazione possibile per una giornata NO BUSH.
16 maggio 2007

No Bush Il presidente Usa, George Bush verrà in Italia il 9 giugno, su invito del governo Prodi per ribadire in questo modo la convinta alleanza militare e politica dell´Italia con gli Stati Uniti.
Oggi il presidente Bush ha contro la maggioranza del popolo degli Stati Uniti, ma mantiene l'appoggio delle lobbies militari, petrolifere e dell´industria delle armi. Bush è l´estremo interprete della volontà di dominio mondiale delle classi dominanti statunitensi, volontà che porta da decenni gli USA, indipendentemente dall´alternanza dei governi, ad intervenire militarmente ovunque, con truppe, colpi di stato, stragi e attentati.
Questa strategia di dominio, che fa della guerra una vera e propria strategia politica con la capacità di esportare conflitti dall´Africa all´Asia, dall´America latina alla stessa Europa, produce sudditanza politica e culturale.
In Italia la destra considera Bush il proprio riferimento, ma anche il governo Prodi, eletto grazie ai voti del movimento nowar "senza se e senza ma", è orgoglioso dell´alleanza con tale amministrazione e si prepara a ricevere in pompa magna il presidente Usa a Roma.
Questa subordinazione caratterizza anche l´organica politica di intervento militare che il governo Prodi sta praticando, sia pure nella versione "multilaterale", cioè "concertata" con le altre potenze.
Un´internità alla logica della guerra che spinge a mantenere le truppe in Afghanistan, che ha aumentato vistosamente le spese militari (+13% nella Finanziaria), che vuole imporre a popolazioni unite nell´opposizione nuove basi militari come a Vicenza (ma anche a Cameri e in altri luoghi in via di ampliamento), che partecipa alla costruzione di micidiali armi come l´aereo da guerra F35 o lo Scudo missilistico, e conserva le bombe atomiche disseminate nel nostro territorio, come a Ghedi e Aviano.
E´ questa subordinazione, politica e culturale, che ha abbandonato una delle esperienza più limpide del pacifismo italiano, quella di Emergency, tradita e sacrificata al governo Kharzai e ai suoi servizi segreti che detengono illecitamente Rahmatullah Hanefi.
Ma la guerra è guerra indipendentemente dalle bandiere usate per condurla e va ripudiata, come il militarismo governativo, che ha riconfermato o promosso le missioni belliche.
Per questo, come tanti e tante in tutto il pianeta e in mille forme, ci prepariamo ad accogliere Bush come si accoglie un vero e proprio guerrafondaio. Lo facciamo per i torturati di Guantanamo, per i bruciati vivi di Falluja, per i deportati, per quelli rinchiusi nei campi di concentramento in mezzo mondo. Ma lo facciamo anche per dire che esiste un´altra Italia. Un´Italia che vive già in un altro mondo possibile e concreto. E´ quella dei movimenti che si battono contro le basi militari, contro la devastazione ambientale, per i diritti sociali, contro i cpt. Che si battono contro la privatizzazione dell´acqua e la rapina dei beni comuni, contro le spese militari e il riarmo globale.

Il 9 giugno quindi è un giorno importante per la ripresa del cammino del movimento no war nel nostro paese.
Vogliamo il ritiro delle truppe italiane da tutti i fronti di guerra, Afghanistan in primis, la chiusura delle basi militari USA e NATO, la restituzione di quei luoghi alle popolazioni per usi civili, per giungere all´uscita dell´Italia dalle alleanze militari.
Esigiamo la rimozione dal territorio nazionale degli ordigni nucleari e delle armi di distruzione di massa.
Diciamo basta alle spese militari, rifiutando lo Scudo missilistico e i nuovi aerei da guerra, affinché le decine di miliardi di euro vengano usati per la scuola e la sanità pubblica, per i servizi sociali, per il miglioramento ambientale.
Pretendiamo che il governo Prodi ottenga l´immediata liberazione di Hanefi e restituisca ad Emergency il suo ruolo meritorio in Afghanistan.
Proponiamo che la mobilitazione del movimento no-war - che ha già tre tappe importanti: la manifestazione contro la progettata base militare a Novara il 19 maggio oltre a quelle di Aviano e Sigonella; le Carovane contro la guerra, che arriveranno a Roma il 2 giugno per protestare contro la parata militare sui Fori Imperiali; la mobilitazione europea contro il G8 di Rostock-Heiligendamm - culmini il 9 giugno in una grande mobilitazione popolare a Roma che faccia sentire a Bush e Prodi l´avversione nei confronti delle guerre e delle corse agli armamenti, che DICHIARI IL PRESIDENTE USA OSPITE NON GRADITO e faccia sentire a Prodi il ripudio della guerra e del militarismo. Così come recita l´articolo 11 della Costituzione.
Ci uniamo alla popolazione di Vicenza per ribadire a Bush la più chiara determinazione e la più netta opposizione possibile a non consentire la costruzione della base di Vicenza.
Inoltre lanciamo fin da subito la campagna perché sia garantita la possibilità a tutti coloro che vorranno manifestare di raggiungere Roma in treno.
Invitiamo tutti a Roma, il 18 maggio alle ore 17 presso l'Università di Roma per discutere di questo appello e preparare insieme la più grande mobilitazione possibile per una giornata NO BUSH.

Appuntamento domenica 20 ore 21 al cs TPO
in preparazione
dell'ASSEMBLEA PUBBLICA
di MERCOLEDI’ 23 MAGGIO ORE 21 A Vag61 - Officina dei media indipendenti (via Paolo Fabbri 110 / bus 20-28-37)

VOGLIAMO CHE VENGA GARANTITO DAL GOVERNO DI CENTRO SINISTRA IL NOSTRO DIRITTO A MANIFESTARE : CHIEDIAMO QUINDI FIN DA ORA DI POTER RAGGIUNGERE ROMA IN TRENO IL 9 GIUGNO!!!

Sottoscrivono l’appello a Bologna:

Associazione Sinistra Critica Bo, Cobas scuola, Confederazione Cobas, Confederazione Unitaria di Base, Coordinamento Migranti Bo, CSC - Coordinamento Studentesco Cittadino, Tpo Bologna, Vag61 – Officina dei media indipendenti, Rete Comunisti Bo, Rete Disarmiamoli Bo, Rete Ricercatori Precari Bologna, Partito comunista dei lavoratori Bo

Per adesioni: 9giugnonobush@libero.it

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