Dallo sciopero dei migranti di Vicenza del 2002 alla "Giornata senza di noi" del 1° marzo 2010 [vai al report di Zic] non sono passati solo otto anni. E' successo molto. Se da un lato la voce dei migranti ha saputo rivendicare con sempre maggiore forza diritti e libertà di movimento, dall'altro l'Italia è riuscita nell'impresa pur difficile di aggravare il razzismo e lo sfruttamento a cui i migranti sono sottoposti ogni giorno.La barbarie dei respingimenti in marie, il giro di vite sui diritti degli stranieri introdotto dagli ultimi pacchetti sicurezza, che hanno anche reso possibile a sindaci di emanare ordinanze "creative" nel segno dell'esclusione e dell'intolleranza, sono solo alcuni esempi di quanto viene dispiegato per rendere impossibile la vita ai migranti, soffocare la loro voce, produrre clandestinità. Al contempo la xenofobia di stato ottiene l'effetto di diffondere paura, mantenere la società in uno stato di emergenza perenne, che permette a chi governa di giustificare ogni restringimento delle libertà di tutte e tutti. Razzismo istituzionale, sociale e culturale perfettamente intrecciato allo sfruttamento lavorativo, al ricatto continuo del permesso di soggiorno legato a doppio filo con il contratto di lavoro che scava fossati tra i lavoratori e mette i migranti in cima alla lista di chi sta pagando la crisi.
Rosarno ha mostrato tutto questo ma ha mostrato anche che i migranti non si rassegnano. Il 1° marzo dimostra come sia possibile dare corpo e visibilità ad una lotta generalizzata ed autorganizzata che dalla rete ha raggiunto i luoghi di lavoro, coinvolgendo lavoratori migranti e non, associazioni antirazziste e singoli per dire no alla legge Bossi-Fini, al pacchetto sicurezza e allo sfruttamento lavorativo e rivendicare piena cittadinanza e diritti sui luoghi di lavoro, a cominciare dal diritto di sciopero.
Venerdì 5 marzo, a pochi giorni dalla Giornata senza di noi, vogliamo creare un'occasione di confronto a partire dalla testimonianza a caldo della mobilitazione del 1° marzo. Interventi, foto e video per ripercorrere la storia recente delle lotte dei migranti e dei movimenti che li hanno sostenuti, dalle determinanti tappe del 2002 ( il corteo a Roma contro la Bossi-Fini del 19 e lo smontaggio del Cpt di Bologna del 25 gennaio, lo sciopero dei migranti a Vicenza del 15 maggio e la manifestazione a Torino del 30 novembre che per la prima volta riuscì a mostrare dall'interno la realtà di un Cpt.) alla manifestazione antirazzista di Brescia dello scorso 6 febbraio, fino alla sfida del primo marzo.
Ne parleremo con attivisti del Coordinamento Migranti di Bologna, dell'associazione Ya Basta! e di Sokos (i cui volontari, dal 2003, forniscono assistenza medica gratuita ai migranti senza permesso di soggiorno e a chiunque viva in una condizione di esclusione sociale sul territorio di Bologna).
Nel corso della serata, inoltre, verrà presentato il video "Una serata strana", sul tema della clandestinità, prodotto dal gruppo Katun [*] in collaborazione con Sandra Cavallini e Alessandra Soldati.
Vag61
> PROGRAMMA DELLA SERATA:
- dalle 19 aperitivo e a seguire cena
- dalle 21 proiezioni video:
1/3/2010 Una giornata senza di noi [Bologna] + MOSTRA FOTOGRAFICA
6/2/2010 Manifestazione antirazzista [Brescia]
30/11/2002 Manifestazione e ingresso nel Cpt di corso Brunelleschi [Torino]
15/5/2002 Sciopero dei migranti [Vicenza]
25/1/2002 Smontaggio del Cpt di via Mattei [Bologna]
19/1/2002 Manifestazione contro la Bossi-Fini [Roma]
Interventi:
* Coord. Migranti di Bologna
* Associazione Ya Basta!
* Associazione Sokos
- a seguire presentazione di video "Una serata strana", sul tema della clandestinità, prodotto dal gruppo Katun in collaborazione con Sandra Cavallini e Alessandra Soldati.
[*] Il progetto Katun, ospitato a Vag61 dal 2008, è nato a partire da un gruppo spontaneo di ragazzi, per lo più Rom (comunemente definiti "adolescenti a rischio"), che prima si trovava in strada nella zona del Pilastro. L'età dei ragazzi andava dai 14/15 anni ai 18. Il gruppo aveva una composizione assolutamente eterogenea. I ragazzi provenivano dalla ex-Yugoslavia, dall'Africa, dal Sud Italia. L'esperienza avrebbe dovuto finire con uno spettacolo al quartiere Pilastro, la maggior parte dei ragazzi aveva compiuto 18 anni e avevano così superato l'età consentita per far parte del progetto. Ma l'entusiasmo che si era prodotto nei primi mesi di lavoro era tale da portare tutti alla decisione di continuare. Si formò, quindi, un gruppo composto da circa 10-12 ragazzi, il Katun Party. Attraverso un percorso di prove settimanali, il “Katun Party” allestì uno spettacolo, incentrato sui temi della cittadinanza attiva. Seguirono così i mesi di prove al Vag61, una nuova uscita per uno spettacolo al Barrios di Milano il 4 aprile 2009, ed altre iniziative realizzate al Vag61 grazie anche alla collaborazione tecnica con il gruppo video maker di via Paolo Fabbri 110. Il gruppo Katun, dedicato ai ragazzi della fascia 14-18 anni, si presenta oggi quasi interamente rinnovato, con la presenza prevalente di ragazzi tra i 14 e i 16 anni.
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