In pratica se inserisci sul sito di Babelteka, il tuo recapito - anche una
via vicina alla tua, se vuoi maggiore privacy - ed il tuo cap, permetterai ad un utente di sapere quanto gli sei vicino, in chilometri. Il sistema su cui e'basato il sito provvedera' a mettere in contatto chi vuole prestare, per esempio, un libro e chi vuole riceverlo in prestito e quindi con una semplice passeggiata nel tuo quartiere potrai incontrare la persona a cui prestare il libro!
Generalizzando un po', Babelteka è un piccolo contributo alla ricostruzione dei legami tra persone sul territorio usando come strumento le affinita di interessi. Ma tra le intenzioni di chi ha dato vita a questo progetto, c'e' anche quella di dare una prima risposta politica al decreto Urbani, come espressione di un attacco generalizzato alla libera condivisione della conoscenza.
Ma Babelteka, comunque, si sforza di guardare ancora piu' lontano. Un
obiettivo, non nascosto, del progetto è di provare a pensare questo progetto come una biblioteca pubblica non-statale, formata dalle biblioteche (in sensolato: libri, ma anche fumetti, riviste, cd, dvd, vinile e videocassette, dispense universitarie e libri scolastici...chi piu ne ha piu ne metta!) di tutti i singoli utenti che partecipano al sistema. Babelteka, ovvero la Biblioteca di Babele
Perche' una biblioteca pubblica non-statale? In assenza di una politica che sappia misurarsi con bisogni e problemi reali dei cittadini, tocca imparare a fare da soli! Fino a dieci o quindici anni fa sarebbe stato del tutto scontato pensare una iniziativa come questa come appartenente all'interesse pubblico generale. Ma oggi, in tempi di privatizzazione totale e di smantellamento dello stato sociale, sempre più raramente lo Stato tutela l'interesse comune, prono com'è agli interessi delle grandi multinazionali e dei potenti del mondo. Così, delle iniziative del tutto ovvie, di facile ideazione e manutenzione e la cui utilità sociale è evidente e incontestabile,non vengono nemmeno prese in considerazione o vengono esplicitamente osteggiate. E questo nonostante la retorica melensa e le decine di miliardi
di euro spesi ogni anno per presunti obiettivi sociali. Fortunatamente, non viene meno lo _spirito pubblico_ che, in quanto tale, non è mai un'esclusiva dello stato, ma il lievito dell'intelligenza delle comunità umane, quelle che,dal Cro-Magnon ad oggi, hanno imparato ad organizzarsi e a combattere per tutelare i loro interessi e la qualità della propria vita.
(Openeconomy.org)