Poplab
la finanziaria, i precari e il lavoro nero
di Staff , 31 ottobre 2006  

... Ebbene, chiunque conosca il mondo atipico-flessibile-autonomo-precario dall'interno, sa che queste norme sono potenzialmente disastrose.
Così, è andata a finire che la manifestazione di sabato partirà fortemente divisa. Da una parte chi scenderà in piazza per contestare le leggi - a tutt'oggi in vigore - del'ex-governo Berlusconi (Rifondazione, Fiom-Cgil, ecc.), dall'altra chi ha intenzione di contestare in egual misura il governo Prodi (Cobas, Disobbedienti, ecc.).

E vabbè, fin qui la politica. Però il punto é: cosa c'è mai di tanto dannoso per i precari all'interno della Finanziaria?
Non c'è da fare ragionamenti troppo complicati: si tratta dell'aumento dei contributi previdenziali, ovvero della percentuale che il lavoratore, a progetto e/o con partita Iva, deve versare per la propria futura pensione.
Una cosa che, detta così, sembra buona e giusta. Infatti, sappiamo da uno studio Eurispes del 2005 che, se le cose procedono di quest'andazzo, il 70% degli attuali ventenni e trentenni - avendo depositato poco o nulla di previdenza - non avrà neppure la pensione minima. Quindi, aumentare i contributi previdenziali ai precari non andrebbe forse nella giusta direzione?

No. La realtà è diversa. Infatti, se si aumentano i contributi senza che vi sia un intervento normativo sull'entità delle retribuzioni, com'è che va a finire? Va a finire che il datore paga meno. E il giovane lavoratore - che un mese lavora e quello dopo chissà - cosa dice, a quel punto, al datore? Gli dice: "senti, pagami così e siamo a posto". Ovviamente, "pagami così" va tradotto con "pagami in nero". Ora, in un mondo in cui la stragrande maggioranza dei giovani trascorre "in nero" i primi cinque anni di lavoro, ciò costituisce un peggioramento grave.
Per quanto riguarda i co.co.pro. parliamo d'un aumento contributivo dal 18 al 23%. Questo, naturalmente, vale anche per i lavoratori che utilizzano la parita Iva. Ora, noi sappiamo cos'è - oggi, dopo la Legge 30 - il famoso "popolo delle partite Iva": un popolo di morti di fame. Nel senso che tanti ragazzi, negli ultimi anni, sono stati costretti dal datore di lavoro ad aprire la partita Iva, anche in previsione d'un fatturato annuo inferiore ai 5000 euro. Ebbene, come faranno oggi questi giovani a pagare - oltre alle inevitabili e salate spese di commercialista - dei contributi detraendo ulteriori soldi da quel poco che guadagnano? Beh, una soluzione la si trova sempre: basta chiudere l'Iva e tornarsene alla grande a lavorare in nero!
Ecco qua. Con questi bei risultati, il numero già spropositato di giovani che lavorano in nero aumenterà e, di consegeuenza, anche il numero di coloro che si ritroveranno senza pensione.

Tornando alla manifestazione romana di sabato 4, questo è il sito: http://www.stoprecarietaora.org/

Da Bologna partiranno dei treni speciali a prezzo ridotto. L'appuntamento è alle 8,30 del mattino presso la Stazione Centrale.

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