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Nel 1851 un gruppo di nobili e ricchi borghesi bolognesi, tra cui il Ministro Marco Minghetti e il Conte Zucchini, fecero erigere un grande e moderno opificio per la lavorazione della canapa a Casalecchio di Reno, in località Canonica, inglobando edifici preesistenti adibiti a fabbrica di carta, raffineria d'olio, ecc. Il canapificio era, all'epoca, uno dei primi in Italia per dimensioni, macchinari e disponibilità finanziaria. La struttura originaria venne progressivamente ampliata, soprattutto dopo il 1906, quando il Linificio e Canapificio Nazionale acquistò l'opificio dagli antichi proprietari. Dall’inizio della produzione al 1910, l’opificio funzionò esclusivamente a energia idraulica, ottenuta sfruttando il salto d’acqua del canale. Nel 1910 il funzionamento della fabbrica si rese indipendente dalla forza idraulica con l’installazione di una macchina a vapore. Lo sviluppo dell’attività subì una battuta d’arresto durante il primo conflitto mondiale, per poi riprendere con rinnovata energia dopo il 1918.
Con la crisi della canapa e il terremoto del 1929 iniziò il declino dello stabilimento: vista la grave entità dei danni causati dall’evento sismico la proprietà decise di spostare la produzione in altri suoi stabilimenti, mentre venne decretata la chiusura definitiva degli impianti di Casalecchio di Reno. Nonostante la chiusura delle attività produttive, l’edificio non rimase a lungo inutilizzato. Il Podestà di Casalecchio di Reno Edmondo Mazzanti mise infatti a disposizione delle autorità militari alcuni locali dell’ex stabilimento, mentre altri vennero convertiti al nuovo uso in seguito: nel 1936 tutta l’area era di pertinenza militare. Con l’armistizio dell’8 settembre 1943 la Caserma della Bastia (come venne denominata l’area in seguito al cambio di destinazione) si svuotò dei militari in fuga e venne saccheggiata dalla popolazione che, in un solo giorno, fece sparire viveri, arredi, armi, cavalli e mezzi di trasporto.
Allorché i bombardamenti alleati su Bologna resero inagibili i locali della Manifattura Tabacchi, fu deciso di trasferire i macchinari ancora funzionanti presso la ex Caserma della Bastia. I bombardamenti degli alleati, però, avevano quale obiettivo prioritario le vie di comunicazione e le attività produttive, per cui, dopo poco tempo, l’edificio della ex Filanda venne fortemente danneggiato dall’aviazione alleata. Ancora una volta quel che restava dell’edificio fu depredato: questa volta le merci più ambite dai saccheggiatori furono sigarette e, soprattutto, sale.
Fonti bibliografiche
Lunario Casalecchiese: pubblicazione periodica di cronaca, storia, effemeridi e immagini del tempo. Anno 2005
D. I. Kertzer, D. P. Hogan e M. Marcolin - Famiglia, economia e società: cambiamenti demografici e trasformazioni della vita a Casalecchio di Reno (1861 - 1921) - Il Mulino, Bologna, 1991
L. Lipparini - Casalecchio di Reno - Tipografia Luigi Parma, Bologna, 1953
V. Paioli - Saluti da Casalecchio di Reno: fatti, luoghi e personaggi del suo passato - Ponte Nuovo Editrice, Bologna, 1996
G. Tucci (a cura di) - Casalecchio di Reno: il profumo del tempo - Sintesi S.r.l. per conto di Cassa di Risparmio di Imola, Bologna, 1991
C. Venturi - Gente di Casalecchio - Editrice Compositori, Bologna, 2004