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Sabato 25 Novembre dalle 19 a Vag61

VAG 61 Contro la Violenza alle Donne - Notte Rosa

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza alle donne, nell'ambito di questo appuntamento, la Rete delle Donne di Bologna ha organizzato "Libere dalla violenza, Libere di scegliere"

ore 15, 00 Concentramento in Piazza XX Settembre
ore 15,30 Partenza Corteo
ore 16,30 Parole e musica in PIazza Nettuno
ore 18,00 Termina la manifestazione e inizia la "Notte Rosa"

L'appello e i documenti si possono leggere su http://www.retedelledonnedibologna.blogspot.com/


Ore 19:00 a VAG 61 in via Paolo Fabbri 110
Aperitivo rosa con inaugurazione della Mostra fotografica
"Noi, utopia delle donne di ieri, memoria delle donne di domani"
Si tratta di un percorso cronologico che ripercorre quarant'anni di storia del movimento delle donne, cercando le tracce della memoria, le date, i fatti piccoli e grandi: sentenze, scioperi, la pubblicazione di un libro, il licenziamento di un'insegnante, le tappe legislative, le lotte, l'invenzione di linguaggi, di pratiche politiche. Prende avvio dalla nascita del gruppo Demau nel 1965, quando inizia la critica alla cultura patriarcale, e giunge fino alla grande manifestazione del 14 gennaio 2006.
Le immagini della mostra "Noi, utopia delle donne di ieri, memoria delle donne di domani" portano le firme dei molti fotografi che hanno seguito con passione la storia dei movimenti italiani, raccontandone con presenza costante le trasformazioni: Gabriella Mercadini, Lucio Cavicchioni, Tano D'Amico, Dino Fracchia, Silvestre Loconsolo, Alberto Roveri, Roby Schirer, per citarne solo alcuni.

Ore 21:00 a VAG 61 in via Paolo Fabbri 110
Proiezione del film
Boy don' t cry
Regia di Kimberly Peirce - 1999
Ispirato a un fatto di cronaca accaduto il 30 gennaio 1993, sul quale regista e co-sceneggiatore hanno indagato per cinque anni, il film è centrato sulla costruzione del sé e sulla ricerca della propria identità sessuale da parte della protagonista, il cui vero nome, Teena Brandon, viene capovolto in Brandon Teena da lei stessa.
Teena, originaria di Lincoln (Nebraska), ha ventuno anni ed è in preda a una profonda crisi di identità sessuale. Si veste e si comporta come un maschio (Brandon), rivendicando una sessualità diversa da quella attribuitale dalla natura. E' dotata di un istinto infallibile nel cacciarsi nei guai: oltre a doversi presentare a un processo per il furto di un'auto, infatti, deve puntualmente affrontare i problemi derivanti dalla sua smodata passione per le ragazze.
Il film disegna un'immagine amara e inquietante; racconta della provincia americana in cui l'ossessione per la normalità, esasperata all'interno delle dinamiche di gruppo, porta a schiacciare con la violenza ogni oasi di felicità che possa essere raggiunta, o anche soltanto sognata, dagli individui.
La storia descrive il disagio psichico della protagonista, segnata dalla propria esperienza anomala, il suo perenne stato di sbandamento e fragilità. La velocità del racconto e il suo ritmo indiavolato rappresentano l'effetto diretto della furia di vivere di Brandon, della sua urgenza di fare esperienza, del suo bisogno dirompente di esercitare la propria sessualità .
Il film ha un epilogo drammatico: il giovane transgender, innamoratasi della giovane Lana in una fuga liberatoria a Falls City, viene smascherato dal boyfriend della ragazza (John) e dal suo amico Tom, e da essi brutalmente violentato e ucciso, proprio quando stava per andarsene via con lei.
Hilary Swank interpreta Brandon, un ruolo che che le valse un premio Oscar come migliore attrice protagonista.

Ore 23:00 a VAG 61 in via Paolo Fabbri 110
Dance Hall
Funky Vag

Lottare contro la violenza sulle donne!
La violenza contro le donne costituisce un crimine contro i diritti di ogni individuo. Una donna su tre nel mondo e una su quattro in Europa subiscono violenza. In tempo di guerra le donne sono vittime, in tempo di pace hanno l'inferno in casa. La violenza contro le donne in ogni sua forma mette in discussione l'universalità dei diritti umani... Essa ha molte facce: violazione del diritto di autodeterminazione, matrimoni forzati, maltrattamenti, vessazioni fisiche e mentali, sfruttamento, umiliazioni e discriminazioni; la violenza contro le donne migranti, che oltretutto subiscono gli effetti delle frontiere chiuse in Europa, è estremamente alta. La violenza specificamente di genere ha effetti diretti, strutturali e simbolici. La violenza contro le donne in molti casi proviene dal proprio compagno o da un membro del contesto familiare e attraversa tutti i gruppi sociali. E' un'arma per subordinare le donne. Fino a quando sarà mantenuto l'attuale sistema di dominazione e continueranno le ineguaglianza giuridiche e sociali, tanto gli uomini che gli Stati si sentiranno legittimati a perpetrate la violenza contro le donne. Le vittime delle guerre in corso al 70-80% sono civili, in buona parte donne, che vengono umiliate e torturare in carcere e nei campi profughi, sistematicamente violentate - una pratica usata deliberatamente come arma in molti conflitti. C'è una relazione tra il militarismo e l'oppressione patriarcale. Sia in tempo di pace che in tempo di guerra le società opprimono le donne con un livello di violenza insostenibile: dall'omicidio alla violenza sessuale, alla precarietà, allo sfruttamento, all'insicurezza economica alla tratta delle donne. Dobbiamo lottare contro questa violenza

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