Per la rassegna “Non si vive di solo calcio…”, lo spazio autogestito Vag61 di Bologna organizza la visione su grande schermo delle partite del torneo di rugby più famoso d’Europa. Dopo l'esordio con Inghilterra-Italia, in diretta dal “tempio della palla ovale” di Twickenham, si proseguire con Italia-Irlanda e poi gli altri incontri nei fine settimana successivi. Dopo la nascita in un centro sociale di Roma della squadra “All Reds”, anche l’universo dei movimenti si avvicina lentamente allo sport preferito da Steve Biko ed Ernesto Che Guevara.
Il rugby è un “Grido di Libertà”. Ve lo ricordate il film sulla vita del leader nero sudafricano Steve Biko, ucciso in carcere dalle guardie del regime razzista di Pretoria? Tra i vari momenti del film, accompagnati dalla colonna sonora di Peter Gabriel, molto particolare è la partitella di rugby che Biko gioca, da latitante, sullo spelacchiato campetto di una townschip di Soweto con ragazzi suoi coetanei. L’amore per la palla ovale era dunque superiore ai rischi che un momento di svago all’aperto poteva procurargli. Quelle finte e quei placcaggi rappresentavano la voglia di libertà che Steve Biko racchiudeva dentro di sè e che il gioco del rugby gli dava la possibilità di esprimere.
Sempre restando in terra sudafricana, non è retorico ricordare quello che il rugby ha rapprentato per il cambiamento di quel paese: impossibile dimenticare la finale dei campionati del mondo del 1995, Sudafrica - Nuova Zelanda (vinta dagli All Blacks). Quando allo stadio centomila sudafricani, mescolati con il loro presidente Nelson Mandela (che indossava la casacca delle “Antilopi”) si misero a cantare il nuovo inno nazionale “Nkosi sikelel'i Afrika”, anche noi, attaccati al televisore, capimmo che il mondo si poteva cambiare…
Chi avuto la fortuna di stringere tra le mani una palla ovale sa quanta fatica costa conquistarla o difenderla, e quindi non va buttata via con leggerezza. Non vogliamo arrivare al paradosso di quel ragazzo che girava con una maglietta dallo slogan un po’ azzardato “il rugby è vita, tutto il resto dettaglio”, ma solo chi ha praticato questo sport, dove il contatto fisico, la durezza degli scontri, la determinazione fanno parte del gioco, si può rendere conto come la sua capacità educativa parte dal massimo rispetto per l’avversario, senza per questo averne timore.
Tutto questo pistolotto era necessario per dare la “vera notizia” e cioè che a Bologna il rugby del Torneo delle Sei Nazioni lo si potrà vedere su grande schermo sabato 7 febbraio, di pomeriggio, a partire dalle 15, negli spazi di un centro sociale: il VAG 61 di via Paolo Fabbri 110.
Sarà la nazionale italiana ad inaugurare la storica rassegna della palla ovale nel "tempio" di Twickenham contro l’Inghilterra, una delle squadre che l'Italia non è mai riuscita a battere.
Quest’anno il torneo parte con una “novità negativa” che è anche un addio: questa sarà l'ultima edizione trasmessa in chiaro su La 7, dal 2010 toccherà a Sky.
Il rugby italiano vive una fase alquanto contradditoria: si dibatte infatti tra un crescente interesse di pubblico e di immagine e una pericolosa emorragia di risultati dell'ultimo anno.
La squadra nazionale è cresciuta per la presenza di tanti giocatori “oriundi” e/o “naturalizzati”, ma, al tempo stesso, c’è una fuga dal campionato italiano dei giocatori più promettenti verso la Francia o i campionati anglosassoni. Per fermare questo esodo, a partire dal prossimo anno, due formazioni italiane parteciperanno alla Celtic League, il torneo che mette di fronte i club gallesi, irlandesi e scozzesi.
L’obiettivo principale per il 2009 e 2010, a livello di club azzurro, è di migliorarsi per puntare finalmente ai quarti di finale nel campionato mondiale che si gioca in Nuova Zelanda del 2011.
Ne è consapevole anche il CT della nazionale italiana, il sudafricano Nick Mallett, che dovrà fare i conti con un calendario di qualificazione ai mondiali molto difficile.
Per quanto riguarda il “Sei Nazioni” di quest’anno, l'obiettivo minimo è una vittoria, per cercare, come sempre, di evitare il temuto “cucchiaio di legno”.
"Dobbiamo essere realisti", spiega Mallett, "le squadre con cui ci confronteremo sono tutte più forti di noi e le sorprese nel rugby non sono frequenti come nel calcio. Voglio vedere una squadra più aggressiva in difesa, che placchi tanto, e con un gioco veloce davanti".
Dopo il durissimo esordio contro l?inghilterra, si continua con il primo dei tre impegni casalinghi, il 15 febbraio contro l'Irlanda (gli stessi irlandesi, inseriti nel gruppo in cui l'Italia si giocherà la qualificazione ai quarti di finale dei prossimi mondiali). Nella terza giornata, il 28 febbraio, gli azzurri affronteranno la Scozia a Murrayfield, nel campo dove due anni fa centrarono la prima, storica, vittoria esterna nel torneo. Infine, le ultime due partite casalinghe contro Galles (14 marzo) e Francia (21 marzo), le squadre che si sono giocate l'ultimo Sei Nazioni, poi dominato dai “Dragoni Rossi”.
A VAG 61 si potranno vedere tutte le partite della nazionale italiana e non solo… della serie: non si vive di solo calcio…
©opyright :: Vag61
Tutti i materiali presenti sul sito sono distribuiti sotto Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0.
All content is under Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.0 .
Powered by Phpeace