Cerca
Newsletter
5 marzo 2014
Alcune donne sono andate a Ginevra per gli “incontri di pace”, ad ascoltare le donne del Forum delle Donne Siriane e hanno sentito altre storie e possibili uscite.
In Siria l’aspirazione alla libertà e alla democrazia da parte di un movimento pacifico e laico è stata coperta dalla contrapposizione armata che ha causato massacri e sofferenze della popolazione civile.
I giochi politici internazionali e dei paesi confinanti hanno contribuito a fomentare il conflitto armato con le loro scelte in campo, l’aiuto scellerato in armi ai contendenti e l’uso del dramma siriano per equilibri strategici e geopolitica.
Oltre 100.000 morti e milioni di profughi e sfollati accusano prima di tutto il regime di Assad e tutti gli attori armati in campo , ma anche la comunità internazionale occidentale preoccupata solo delle armi chimiche e della propria visibilità ma non della situazione della popolazione né di far cessare i massacri e per fare questo non è necessario né augurabile intervenire militarmente come minacciano di fare(abbiamo visto dappertutto i risultati nefasti di questo tipo di politica internazionale) ma prima di tutto, a partire dal nostro paese, di essere capaci di assicuarare una degna accoglienza a bambini, bambine, donne e uomini che fuggono dall’inferno siriano e di svolgere una vera politica di pace che non si coniuga con il mercato delle armi e degli interessi occidentali.
Ne parliamo con:
Asmae Dchan - giornlista siriana
Patricia Tough - Donne in nero Bologna