Casa per la Pace "La Filanda"
Casalecchio di Reno - Bologna

Cerca



Newsletter

 
Parliamone

proposta di costituzione di un “tavolo sull’economia solidale"

Indubbiamente, grazie all’attività di sensibilizzazione e di promozione portata avanti in primo luogo dal progetto “Cambieresti?” ed anche da varie associazioni e gruppi, sul territorio si è diffusoc l’impegno di molti nell’adottare pratiche virtuose volte a modificare i propri stili di vita per trasformare l’attuale sistema sociale e modello di sviluppo.

Infatti è tangibile l’attenzione, non sempre organica, verso la sobrietà e il consumo critico, le produzioni ecologiche, i gruppi d’acquisto, la “filiera corta”, la finanza etica, la riduzione e il riciclo dei rifiuti, la mobilità sostenibile ecc.

Si tratta sicuramente di un “movimento” importante e forse già rilevante che, ovviamente, va sostenuto e sviluppato.

Detto questo tuttavia non va sottaciuto che, di frequente, si ha la sensazione che molti stiano vivendo questo impegno, queste “pratiche”, queste iniziative, come una “sostituzione” di altri e più complessivi possibili (doverosi?) livelli d’impegno.

In altre parole avendo avvertito che il sistema è “duro” a cambiare, preferiamo “concentrarci” (forse “rifugiarci”) nelle iniziative individuali e di gruppo che, almeno, ci danno la sensazione di aver raggiunto qualcosa di concreto. Aspirazione legittima e pur sempre importante, ma che può apparire come una sorta di riflusso nel “privato politico” (F. Gesualdi).

Inoltre va anche sottolineato il rischio di sviluppare una sorta di “specialismo tematico” nell’impegno che, pur esprimendo riflessioni e valori importanti, non riesce a trasformarsi in una concreta azione politica in grado di incidere profondamente nel e sul sistema.

Altrettanto concreto è il rischio che “individui” e gruppi costituiscano tante “nicchie” in una realtà in cui 1+1 (sia esso individuo o gruppo) non sempre fa 2 e a lungo andare le nicchie se non si “aprono” rischiano di diventare “loculi”.

Del resto le esperienze di pratiche virtuose, siano esse individuali o di gruppo, possono benissimo essere “ricomprese” nell’attuale sistema e, per certi versi, essere anche funzionali al sistema stesso (che se ne avvale come “opportunità”) addirittura correndo il rischio di accentuare alcuni aspetti critici (ad esempio radicalizzando ancor più il doppio mercato tra chi ha le risorse per scegliere e chi non può).

In tale modo l’impegno per la necessaria, ancorché difficile, trasformazione del sistema sociale rischia di essere vanificato e i termini “decrescita”, “sobrietà”, “sostenibilità”, “buen vivir”, rischiano di essere visti come slogan privi di concreta credibilità sociale ed economica.

In proposito, infatti, citando A. Langer siamo consapevoli che “la conversione ecologica potrà affermarsi solo se apparirà socialmente desiderabile” e, potremmo aggiungere, “concretamente utile e possibile”.

Tenendo conto delle riflessioni sin qui sinteticamente esposte e, quindi, per evitare i rischi citati riteniamo che si possa cominciare attivando sul territorio, tra le diverse realtà impegnate in esperienze di “pratiche virtuose” e comunque attente culturalmente a queste tematiche, un momento di riflessione, di scambio di esperienze e di elaborazione progettuale comune che potremmo chiamare “tavolo dell’economia solidale” o “tavolo dell’altra economia”.

Attorno a questo “tavolo” potrebbero essere elaborate idee e proposte per promuovere o meglio per mettere in sinergia, nei diversi campi dell’economia, della cultura, del sociale,  le “pratiche virtuose” necessarie per costruire, sul territorio, alternative credibili e visibili per la cittadinanza tutta. Gli esempi concreti possono essere sicuramente numerosi e, per esigenze di sintesi, li riserviamo ad altro momento, se potrà esserci.

Confidando che la proposta di attivare il succitato “tavolo” possa trovare adesione da parte dei soggetti interessati ed anche da parte delle istituzioni locali, questa associazione resta in attesa di riscontro ed è comunque disponibile a chiarire, approfondire e discutere il contenuto della proposta. 

Il  Presidente

(Giovanni Paganelli)