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24 marzo 2010
con Carlo Lepri - Università di Genova
Il figlio Down (o comunque con handicap) in una dimensione culturale più attenta e soprattutto in una situazione affettiva ed educativa più serena, misurata sulle sue potenzialità e sui suoi limiti, potrà trovare nel mondo un senso più compiuto del proprio spazio e del proprio tempo; se ci sarà ascolto per lui potrà dare un senso alla propria parola, che diventerà vera comunicazione, mediazione con l’altro, espressione dei propri desideri, interrogazione con la propria storia. Anche lui potrà, in qualche misura, diventare un adulto, sicuramente incompleto come tanti in questo nostro mondo, ma adulto.