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Amnesty International presenta 14 richieste ai governi per fermare questo scandalo mondiale
“Papà era sempre violento. Picchiava la mamma perché la cena non era condita come lui voleva o perché lei aveva detto qualcosa che non gli era piaciuto […]. Noi bambini tentavamo di proteggere la mamma rannicchiandoci sul suo grembo in modo che lui non potesse raggiungerla, ma a quel punto la picchiava da dietro […]. I miei genitori sono entrambi laureati ed è importante sottolinearlo, dal momento che molte persone pensano che soltanto un certo tipo di uomo possa usare violenza.”
(Anna, 23 anni, Svezia)
In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che si celebra domani sabato 25 novembre, Amnesty International ha reso note 14 richieste ai governi per fermare lo scandalo mondiale della violenza domestica.
Nonostante la dimensione mondiale e la gravità del fenomeno della violenza domestica, nella stragrande maggioranza dei paesi lo Stato e la società nel suo complesso non riconoscono la violenza contro le donne come una violazione dei diritti umani e per questo non attuano strategie adeguate per contrastarla.
Spesso, anche laddove esistono leggi, esse non vengono applicate o non sono sostenute da adeguati finanziamenti e corsi di formazione per il personale addetto.
I dati raccolti da Amnesty International, nel corso della sua campagna “Mai più violenza sulle donne”, sono agghiaccianti e rivelano una dimensione sconcertante del fenomeno anche in paesi “insospettabili”:
• in Francia una donna muore ogni 4 giorni a seguito di percosse da parte del partner (ricerca condotta nel 2005);
• nella Federazione russa, ogni ora una donna muore per mano del partner o ex-partner (ricerca condotta nel 2005);
• in Spagna, nel 2004, 72 donne sono state uccise dai loro partner o ex partner;
• in Svezia, nel 2003, sono state registrate 22.400 denunce di violenza sulle donne, di cui circa la metà si è stimato che fosse stata compiuta da partner o ex-partner.
Per fermare la violenza domestica, Amnesty International rivolge 14 richieste ai governi:
1. Condannare la violenza domestica
Le autorità di governo e i leader politici dovranno condannare pubblicamente la violenza domestica, riconoscendo che è un fenomeno grave e che si tratta di una violazione dei diritti umani e non di una questione privata.
2. Aumentare la consapevolezza dell’opinione pubblica sulla violenza domestica
Dovranno essere realizzate campagne informative e di sensibilizzazione a tutti i livelli (scuola, università, luoghi di lavoro) e attraverso l’utilizzo di tutti i mezzi di comunicazione.
3. Utilizzare il sistema scolastico per contrastare i pregiudizi alla base della violenza domestica
Per contrastare le idee e i pregiudizi che sono alla base della violenza domestica, dovranno essere realizzati materiali educativi da incorporare nei curricola scolastici a tutti i livelli.
4. Abolire le leggi che discriminano le donne
Tutte le leggi, nell’ambito civile, penale e del diritto di famiglia, dovranno essere riviste per assicurare che rispettino gli standard internazionali dei diritti umani. Qualsiasi legge o provvedimento che discrimina le donne o che favorisce la violenza domestica dovrà essere modificato.
5. Assicurare che la violenza domestica sia considerata un reato
Tutte le forme di violenza contro le donne dovranno essere riconosciute, tanto nella legge quanto nel comportamento degli organi giudiziari e di polizia, come violazioni dei diritti umani e reati penali. Tutti gli atti di violenza domestica dovranno essere investigati, perseguiti e puniti in base alla gravità del reato. Le vittime dovranno ricevere un’adeguata riparazione.
6. Indagare e svolgere procedimenti giudiziari sulle denunce di violenza domestica
Le forze di polizia dovranno garantire la realizzazione di contesti sicuri e confidenziali per le donne che denunciano atti di violenza domestica. Tutte le denunce dovranno essere oggetto di indagini efficaci, imparziali e tempestive.
7. Rimuovere gli ostacoli nei procedimenti su casi di violenza domestica
Le autorità competenti dovranno scoprire le ragioni per cui i tassi di denuncia, indagine e condanna per violenza domestica sono così bassi e rimuovere gli ostacoli identificati. Le procedure dei tribunali e le norme per la raccolta delle prove dovranno essere modificate in modo da non scoraggiare le donne a sporgere denuncia. Queste ultime, insieme ai testimoni e alle altre persone che potrebbero essere a rischio durante le indagini e il processo, dovranno essere protette da ogni atto di intimidazione, violenza e rappresaglia.
8. Rendere obbligatoria la formazione del personale statale sulla violenza domestica
Le autorità dovranno finanziare e realizzare programmi di formazione obbligatori per il personale – tra cui forze di polizia, avvocati, giudici, personale medico e forense, assistenti sociali, funzionari addetti alle procedure di immigrazione e insegnanti – su come identificare i casi di violenza domestica, provvedere alla sicurezza delle persone coinvolte e raccogliere e presentare le prove.
9. Assicurare finanziamenti adeguati
I programmi sulla violenza domestica dovranno essere finanziati in modo adeguato, prevedendo piani d’azione nazionali che garantiscano un’assistenza uniforme in tutto il paese.
10. Realizzare e mettere a disposizione case rifugio per le donne in fuga dalla violenza domestica
Le autorità dovranno finanziare e realizzare un numero sufficiente di case rifugio per le donne in fuga dalla violenza domestica,. Tali strutture non dovranno compromettere la privacy, l’autonomia personale e la libertà di movimento delle donne. Dovranno inoltre facilitare la loro ripresa fisica e mentale e aiutarle nella ricerca di una soluzione abitativa sicura nel lungo termine.
11. Fornire servizi di sostegno e assistenza
Le autorità dovranno altresì finanziare e realizzare servizi per le donne che hanno subito violenza domestica affinché possano accedere al sistema di giustizia civile e penale e ottenere, se necessario, assistenza legale gratuita sulle questioni attinenti al divorzio, alla custodia dei figli e all’eredità. Dovrà inoltre essere garantito l’accesso ai servizi sanitari e di sostegno psicologico. Tutti questi servizi dovranno essere accessibili anche dal punto di vista linguistico e culturale a tutte le donne che li richiedono.
12. Ridurre il rischio di violenza armata
Tutte le armi rinvenute in abitazioni dove sono stati denunciati atti di violenza domestica dovranno essere rimosse. Il possesso di armi dovrà essere rilevato in tutte le ricerche di tipo demografico, sanitario e relative ai servizi sociali.
13. Raccogliere e pubblicare i dati sulla violenza domestica
La violenza domestica dovrà essere documentata nei rapporti ufficiali e nelle statistiche. La raccolta dei dati dovrà essere verificabile, standardizzata e disaggregata per genere e per altri elementi rilevanti.
14. Far conoscere alle donne i propri diritti
Le autorità dovranno assicurare che le donne che hanno subito violenza abbiano accesso alle informazioni sui propri diritti e sui servizi loro riservati. Le stazioni di polizia, i servizi sanitari e gli altri uffici pubblici dovranno pubblicizzare le informazioni sui diritti spettanti alle donne, così come sulle misure di protezione disponibili.
FINE DEL COMUNICATO Roma, 24 novembre 2006